La comparsa di punti neri (comedoni) è associata all’aumento del volume delle ghiandole sebacee, le quali producono il sebo, fenomeno chiamato iperplasia.
Queste ghiandole sono presenti in tutto il corpo, ad eccezione dei palmi delle mani e delle piante dei piedi, ma sono maggiormente diffuse sulla pelle del viso. (circa 500 -900ghiandole per centimetro quadrato)
Quando il sebo prodotto da queste ghiandole si mescola con sporcizia come la polvere, con i residui e/o sostanze contenute nei prodotti, o con cellule morte prodotte dall’esfoliazione naturale della pelle, si forma il “punto nero”.
I punti neri possono avere origine interna (alimentazione, stress, assetto ormonale) ma anche esterna, ovvero sostanze presenti nei cosmetici.
Tra gli ingredienti comedogenici, ovvero quelli che ostruiscono i pori, non facendo respirare la pelle, i siliconi (dimethicone, cyclopentasiloxane) sono i primi nella “black list”.
I siliconi vengono utilizzati nei cosmetici per migliorare la texture, per la loro leggerezza, per il potere uniformante oltre che per la convenienza economica delle case produttrici (costano pochissimo), ma hanno un enorme svantaggio: occludono i pori della pelle.
L’accusa più frequente per la pelle è quella di non far traspirare la pelle per il loro potere occlusivo, filmante.
Anche gli acidi grassi presenti in certi oli vegetali si mescolano al sebo e possono appunto penetrare all’interno del dotto follicolare. Una volta penetrati possono uscire più o meno facilmente, ma se rimangono all’interno formano i punti neri.
Immaginando il follicolo sebaceo come un piccolo tubicino possiamo pensare che se ci entra un componente molto fluido sarà facile che questo fuoriesca, mentre se entra un componente meno fluido e più colloso, appiccicoso, sarà più difficile l’uscita.
E’ questo uno dei motivi per cui possiamo dire che alcuni oli sono più comedogenici di altri.
Ad esempio l’olio di mandorla, di oliva, di jojoba, di rosa mosqueta, di argan hanno un basso potere comedogenico a differenza dell’olio di ricino, di canapa, di lino.
È importante conoscere e considerare il tipo di pelle, che può essere più o meno bisognosa di nutrimento e quindi più o meno portata a sviluppare comedoni ed imperfezioni in presenza di un olio vegetale piuttosto che di un altro. Ad esempio non è vero che l’olio di mandorle dolci è sempre e comunque comedogeno!
Anche ingredienti come Isopropyl Mystrate ed Isopropyl Palmitate (emollienti) che in percentuale elevata, possono risultare comedogenici sulla pelle.
I petrolati sono altri nemici della pelle, sono ingredienti occlusivi per i pori e quindi è molto più probabile che generino comedoni e imperfezioni.
C’e da aggiungere che anche se alcuni ingredienti testati singolarmente possono avere effetti comedogenici, non è detto che se inseriti in un cosmetico continuino ad esercitare la stessa azione, tutto dipende dalla loro concentrazione all’interno e , soprattutto, della formulazione del cosmetico.
Oltre a tutto questo la “comedogenicità” di un ingrediente e di un prodotto cosmetico dipende molto dal proprio tipo di pelle. E’ vero che esistono ingredienti universalmente ritenuti comedogeni, come i siliconi, la vaselina, ma è più vero che è comedogeno tutto ciò che fa ungere la pelle.
Quando la pelle reagisce ungendosi, diventando asfittica e/o riempiendosi di impurità, vuol dire che stiamo sbagliando qualcosa o che le stiamo dando troppo.
Sarà opportuno in questo caso seguire una beauty routine personalizzata e la soluzione ideale sarà utilizzare un prodotto condizionante ogni sera, prima dell’applicazione del siero o della crema.
Cosa significa un prodotto condizionante?
È un mix di acidi della frutta che permettono un’escoriazione leggera e mirata, una rigenerazione costante, la soluzione per mettere la pelle in condizione di assorbire, di far penetrare il 100% dei principi attivi. Oltre a questo si allentano i legami tra le cellule superficiali della pelle, il passaggio di sostanze sarà più facile, il sebo fuoriesce invece che rimanere intrappolato sotto pelle e… addio imperfezioni!