Sai che il sole…

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ll 60% delle radiazioni solari arriva sulla terra tra le 10 e le 14 • I livelli sono più alti quanto più ci si avvicina all’equatore • Nuvole e umidità assorbono solo parzialmente le radiazioni UV • Le radiazioni sono riflesse o diffuse a terra a seconda della tipologia della superficie: 85% per la neve, 15% per la sabbia asciutta, 5% per l’acqua, 3% per l’erba, 2% per l’asfalto • L’intensità degli UVA che raggiungono la superficie terrestre è costante durante l’anno, mentre quella degli UVB è influenzata da diversi fattori: dalle stagioni, dall’ora del giorno, dall’altitudine e dalla latitudine. Il fatto che l’organismo sia esposto ai raggi UVA durante tutti i periodi dell’anno e che proprio queste radiazioni siano responsabili dell’invecchiamento precoce della pelle, suggerisce l’importanza di una protezione cutanea. I cosmetici protettivi andrebbero infatti applicati non solo d’estate, ma in qualsiasi altra occasione in cui ci si esponga alla luce solare. • Gli UVA danno alla pelle una colorazione effimera e di brevissima durata, dovuta all’ossidazione della melanina già presente nella cute al momento dell’esposizione al sole. Questo fenomeno è responsabile della lieve imbrunitura  che appare già dopo poche ore dalla prima esposizione solare. Gli UVB, se l’esposizione al sole è continua, donano una colorazione progressiva e più duratura. Essi stimolano infatti la proliferazione dei melanosomi, organuli preposti alla produzione di melanina.

Quali sono gli effetti benefici e quelli nocivi delle radiazioni solari?
I raggi solari stimolano la produzione di vitamina D endogena, importantissima per l’assorbimento del calcio da parte delle cellule epiteliali. Ciò migliora l’azione preventiva contro il rachitismo e l’osteomalacia. Altro beneficio delle radiazioni solari è il miglioramento della circolazione sanguigna. Patologie della pelle quali la psoriasi, la dermatite atopica, la dermatite seborroica e l’acne traggono aiuto da una corretta esposizione al sole. La luce solare crea anche un beneficio psicologico donando un senso di benessere e calore. L’esposizione prolungata ai raggi UV del sole può provocare effetti dannosi al nostro corpo, in particolar modo alla pelle, agli occhi e al sistema immunitario. Insolazione, ovvero il cosiddetto colpo di sole, cefalea, vertigine, nausea e febbre, scottature accompagnate da eritema (forte arrossamento della pelle), edema solare. In presenza di forti scottature è consigliabile consultare il proprio medico, in questi casi, infatti, le infezioni batteriche sono più frequenti. L’esposizione ai raggi UV può causare anche  effetti cronici, come macchie della pelle, efelidi e sicuramente invecchiamento precoce della pelle e rughe. Altri effetti nocivi delle radiazioni UV possono essere reazioni infiammatorie agli occhi, come la fotocheratite, o danni ben più gravi che possono portare alla cecità, come la comparsa della cataratta. Forti e continuative esposizioni ai raggi UV sono in grado di provocare alterazioni delle cellule, aumentando la possibilità di sviluppare carcinomi o melanomi. Photo-aging, ovvero invecchiamento precoce della pelle, cioè un crollo dell’architettura di supporto del derma. La cute diventa sempre meno elastica, le rughe più profonde.

L’indice universale della radiazione solare UV e il fattore di protezione solare
Questo indice misura l’intensità della luce ultravioletta sulla superficie terrestre. Esso varia da zero a circa 20 (vedi Equatore). Più alto sarà e maggiori saranno i rischi di una esposizione al sole. Questi valori sono raggruppati in base alle categorie d’esposizione: fino a UVI 3 il rischio provocato dalle radiazioni è limitato, infatti non sono consigliate particolari attenzioni se non quelle di proteggere gli occhi con occhiali da sole e di impiegare creme solari appropriate. Oltre il valore 7 l’esposizione al sole è fortemente sconsigliata, in particolare per soggetti più a rischio quali per esempio i bambini e gli anziani. Chi comunica ufficialmente l’indice UV? Il servizio meteorologico nazionale informa regolarmente sui livelli di pericolosità delle radiazioni in un determinato giorno, consigliando le persone anche sugli orari migliori della giornata in cui esporsi al sole. Il fattore di protezione solare (FPS) è riconosciuto da un numero che indica per quanto tempo è possibile stare esposti al sole protetti da filtri solari riducenti i rischi di eritemi e scottature. Naturalmente il FPS è un dato orientativo da considerare in base anche al tipo di prodotto che si impiegherà e alla sua qualità, al proprio tipo di pelle e alle condizioni atmosferiche del momento. Per stabilire quale filtro adottare è necessario conoscere il proprio fototipo, ovvero il livello di sensibilità alle radiazioni solari che ha ognuno di noi.

Il fototipo
• Fototipo 1 – Pelle molto chiara con lentiggini, occhi azzurri
• Fototipo 2 – Pelle chiara, occhi chiari, capelli biondi, rossi
• Fototipo 3 – Pelle bianca, occhi e capelli castani
• Fototipo 4 – Pelle olivastra, occhi e capelli scuri Melano-protetta
• Fototipo 5 – Pelle naturalmente scura
• Fototipo 6 – Pelle nera.

Consigli generali su come abbronzarsi meglio e più a lungo riducendo al tempo stesso i rischi

– Con l’aumento delle temperature aumentate la quantità d’acqua da bere quotidianamente (almeno 1 litro e mezzo), oltre a mangiare molta verdura e frutta, in particolare tutta quella che contiene betacarotene, per esempio carote e albicocche. Anche i cibi ricchi di vitamine A, C ed E, come per esempio gli spinaci, le zucchine e i broccoli, ma anche frutti di mare. Infine, se volete contrastare l’aggressione dei raggi e del calore assumete proteine animali contenute generalmente nel latte e nelle uova.

– Effettuate trattamenti estetici pre-sole dalla vostra estetista ed impiegate cosmetici solari e non semplici prodotti contenenti filtri solari. I cosmetici solari, oltre a contenere i filtri necessari, possiedono sostanze attive idratanti, lenitive, rassodanti e tonificanti in quantità sufficienti.

– Applicate le creme solari specifiche almeno mezzora prima dell’esposizione (è sbagliato farlo quando siete già sotto il sole).

– Iniziate con prodotti contenenti filtri solari alti per poi ridurne la forza di protezione nei giorni successivi. Ciò vi garantirà anche una tintarella più duratura.

– Continuate a proteggervi con filtri anche quando avrete una tintarella invidiabile. Essa non vi protegge interamente dalle radiazioni UV, infatti l’abbronzatura equivale a un FPS di circa 4.

– Attenzione alle radiazioni in montagna, esse sono più potenti di circa il 10% per ogni 1000 metri di altitudine.

– Evitate l’uso di profumi e di deodoranti che potrebbero rendere la pelle più sensibile provocando quindi problemi cutanei con maggiore facilità. Vale per i farmaci che state eventualmente assumendo. In questo ultimo caso sarà bene consultare il proprio medico prima di iniziare lunghi periodi di esposizione al sole.

– Limitare o meglio ancora evitare l’esposizione al sole quando l’indice UV è al massimo (fra mezzogiorno e le tredici). Ricordate che anche all’ombra l’azione continuerà, seppur ridotta di circa il 50%.

– Invece di restare sdraiati per ore immobili, passeggiate e, se possibile, fate attività fisica. Al termine di ogni “momento abbronzante” impiegate cosmetici post-tintarella contenenti sostanze attive lenitive, idratanti e rigeneratrici.

Sensibilità cutanea dopo lunghe esposizioni al sole
È sufficiente perdere il 10% di idratazione perché si formi  una alterazione dell’elasticità e della plasticità cutanea? In questa condizione si parlerà  di pelle disidratata, ovvero povera di acqua. Una prolungata e mal gestita esposizione al sole provocherà anche una modifica in negativo della produzione della componente lipidica, ovvero la cosiddetta pelle secca. La fotossidazione della melanina, oltre a donarci il tanto piaciuto colorito scuro, opera come un vero filtro solare. Vi sono poi i cheranociti che favoriscono l’ispessimento cutaneo, grazie al quale si evita in parte la penetrazione dei raggi ultravioletti negli strati più profondi della cute. Queste due importanti difese non sono però sufficienti, soprattutto su soggetti portati alla delicatezza cutanea, a evitare la rottura del collagene e di ogni altra struttura cellulare cutanea. Il risultato sarà il graduale e tanto temuto invecchiamento cutaneo precoce del derma: comparsa di rughe più o meno accentuate, secchezza, ruvidezza, pelle “che tira”, disidratazione, desquamazione. Nei soggetti con cute più delicata aumenteranno i rischi di delicatezza cutanea cronica.

La terza e definitiva barriera?
Oltre alle due suddette barriere naturali, la melanina e i cheranociti, ve n’è una terza, molto potente e risolutiva: l’estetista. La scienza cosmetologica ha fatto passi da gigante in questi ultimi anni e, se messa nelle mani di una valida estetista, consente di mantenere perfettamente equilibrata la cute. Tre momenti di trattamento: una profonda e super-delicata pulizia della pelle, una fase idrosolubile e una liposolubile ripareranno la vostra cute dai rischi della tanto attesa e piacevole… tintarella e la prepareranno a un miglior e duraturo colorito.

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